Mal di schiena e assenza dal lavoro

Il mal di schiena (lombalgia) è un disturbo frequente in età adulta, con massima incidenza tra i 40 e i 50 anni di età, ed è tra le più frequenti cause di assenza dal lavoro.

Mal di schiena

Il 25% dei lavoratori europei soffre di mal di schiena secondo i dati ESAW 2005 (European Statistics on Accident at Work). In Italia quasi un lavoratore su due resta a casa dal lavoro soprattutto per disturbi muscolo scheletrici: questi ultimi, infatti, sono causa del 49,9% delle assenze sul lavoro e del 60% di incapacità permanente al lavoro (1°rapporto dell’AMNIL 2013).

Negli Stati Uniti si calcola un costo annuale per le assenze dal lavoro pari a 38-50 miliardi di dollari. Sempre negli USA, si contano 28,6 giorni di assenza ogni 100 lavoratori, nel Regno Unito 32,6, in Svezia 36. (Fonte IL SOLE 24 ORE).

Quali sono i fattori di rischio?

L’Agenzia europea per la salute e sicurezza sul lavoro considera da un lato i fattori di rischio fisico (sollevamento carichi, posizioni ergonomiche incongrue, movimenti altamente ripetitivi, lavorazioni manuali con carichi pesanti…), dall’altro i fattori di rischio ambientale ed organizzativo (ritmi di lavoro, attività ripetitive, orari di lavoro, retribuzione, attività monotona, fatica, microclima ambientale, percezione dell’organizzazione di lavoro, fattori psicosociali presenti sul lavoro).

L’OMS (Organizzazzione mondiale della sanità) definisce il mal di schiena come “una malattia ad eziogenesi multifattoriale”, ossia derivante dall’interazione di fattori individuali, fisici, psicosociali e fattori correlati all’ambiente lavorativo.

World Health Organization

Le cause più comuni del mal di schiena

Tra le cause più comuni il sistema muscolo-scheletrico (muscoli, dischi intervertebrali, ecc…) può essere considerato il maggior responsabile,  a volte ci possono essere presenti delle cause viscerali che irradiano il dolore alla schiena (reni, colon,utero, ecc…) oppure nella peggiore dei casi ci possono essere motivi neoplasici.

Ci sono diversi tipi con caratteristiche differenti di dolore alla lombare. Una prima distinzione va fatta se è un dolore acuto oppure cronico.

Una volta il dolore cronico veniva classificato come un dolore che durava per più di 6 mesi; ad oggi si considera cronico, un dolore che dura più del tempo previsto, compromettendo la vita sociale e la personalità del paziente.

Invece, nelle fasi più acute invece, l’aiuto del medico, del fisioterapista o dell’ osteopata, può aiutare il paziente ad alleviare i sintomi.

Migliorare il fastidio

È nel periodo di transizione (ossia quando è passata la fase acuta e il dolore non c’è ma potrebbe tornare o cronicizzarsi) che è molto importante la prevenzione. Anche in questo caso l’aiuto del fisioterapista e dell’osteopata diventa di rilevanza fondamentale.

E’ dimostrato da numerose ricerche scientifiche che per migliorare il fastidio/ dolore nelle fasi croniche bisogna fare del “MOVIMENTO”  con una certa frequenza.

Nei prossimi articoli vi verranno spiegate le cause maggiori di mal di schiena e degli esercizi che possono migliorare questo fastidio.

4 comments

  1. Non posso che confermare quanto l’osteopatia mi abbia aiutato. Grazie Dott. Pogelli per il tuo impegno e aiuto. I tuoi trattamenti sono per me una salvezza!!
    Li consiglio vivamente a chi come me soffre di dolore cronico alla schiena, in particolare alla zona lombare.

  2. Ha risolto problematiche della mia cervicale che ormai non riuscivo a risolvere da anni. Un vero professionista. Grazie ancora Pierpaolo.

  3. sono ormai tantissimi anni (praticamente da quando ha iniziato ad esercitare la professione) che il Dott. Pierpaolo Pogelli cura tutti i dolori della mia famiglia e di molti miei amici, sempre con grandissima professionalità! grazie di cuore, Verino Di Laurenzio

  4. Ottime informazioni!

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