Sport e mal di schiena: miti da sfatare

Nei precedenti articoli abbiamo parlato dei principali fattori del mal di schiena e abbiamo proposto alcuni esercizi per migliorare il dolore cronico; in questo articolo parleremo di miti da sfatare sullo sport e il mal di schiena.

Per prevenire il mal di schiena e ricadute nella zona lombare, non c’è un’attività sportiva migliore di un’altra.

Il movimento è vita

Qualsiasi sport se praticato con criterio  migliora le condizioni fisiche del soggetto. Esistono tuttavia alcune importanti regole di prevenzione da seguire per evitare che l’attività fisica si trasformi in un ulteriore trauma per la propria schiena.

Non c’è NESSUNO sport che vada evitato a prescindere, il consiglio principale è quello di scegliere uno sport adatto al proprio livello di preparazione fisica.

Riguardo la scelta bisogna sfatare alcuni miti:

1. La corsa fa male alla schiena: FALSO

La colonna è perfettamente in grado di reggere le sollecitazioni della corsa, qualora questa sia correttamente programmata. Chiaramente l’età, l’allenamento sbagliato, il danneggiamento dei dischi intervertebrali o l’osteoartosi importante possono mandare in sovraccarico la colonna in toto creando dolore e accentuando di nuovo la fase acuta.

Sport e mal di schiena: miti da sfatare sulla corsa

2. Il nuoto fa bene per tutti i dolori: FALSO

Sport e mal di schiena: miti da sfatare sul nuoto

L’istituto scientifico italiano sulla colonna vertebrale (ISICO) ha presentato uno studio all’International Society for the Study of the Lumbar Spine che smentisce la tesi che il nuoto sia una cura per la scoliosi, anzi porta alla luce dati che dimostrano come la pratica di questo sport possa anche peggiorare le curve della schiena o addirittura indurre il mal di schiena. A livello amatoriale, come qualsiasi sport praticato 1 o 2 volte alla settimana non si riscontrano problemi, ma per chi lo pratica con maggiore intensità e frequenza può rivelarsi dannoso e sicuramente non terapeutico.

3. La bicicletta fa male: FALSO

La corretta posizione in bici può evitare il mal di schiena, ma  l’attività prolungata per troppo tempo ci mette più a rischio per maggiori problemi.

La bicicletta per la schiena

4. Yoga e Pilates aiutano il mal di schiena: VERO

Ci sono anche studi che dimostrano una certa efficacia dello Yoga e del Pilates nel combattere il mal di schiena, ma anche qui vale la regola della giusta rieducazione all’esercizio e della giusta compatibilità del proprio problema rispetto all’attività.

Yoga e Pilates per il mal di schiena

5. In palestra non si può andare col mal di schiena: FALSO

Nelle fasi acute ovviamente bisogna essere più cauti. Nelle fasi successive è importante l’attenzione con cui si fanno gli esercizi: la giusta posizione, la giusta durata, la giusta frequenza, ecc…

In palestra con il mal di schiena

In questo articolo abbiamo parlato di alcuni miti da sfatare sullo sport e il mal di schiena.

IN CONCLUSIONE: PER TENERE LONTANO IL MAL DI SCHIENA L’ATTIVITÀ FISICA DEVE ESSERE GRADUALE, MODERATA E, SOPRATTUTTO, SVOLTA IN MODO CORRETTO.

Nei prossimi articoli andremo a parlare più nello specifico degli sport sopramenzionati e anche di altri, rispetto al quadro clinico dei pazienti.

Ernia del disco

Ernia del disco

Fra le cause maggiori del mal di schiena nella zona lombare c’è L’ERNIA DEL DISCO.
L’ernia del disco è la conseguenza della fuoriuscita del nucleo polposo con rottura dell’anulus fibroso del disco intervertebrale.

Ernia del disco

Fattori e cause

I fattori di rischio per un’ernia lombare sono molteplici ma alla base c’è quasi sempre una cattiva gestione e poca cura della propria schiena.

Tra le cause maggiori ritroviamo alterazioni posturali, traumi (colpo di frusta, fratture, lussazioni, distorsioni in ogni parte del corpo che, attraverso le catene muscolari potrà riflettersi sulla colonna,ecc…), cicatrici,  stress mio-tensivi prolungati,  interventi chirurgici (anche lontani dalla zona),  vizi posturali professionali, problemi  viscerali, ecc…

Le ernie del disco non sono tutte causa di dolore. Spesso su una risonanza magnetica si può trovare un’ernia, ma il soggetto può non avere nessun sintomo doloroso. Il dolore compare quando l’ernia fuoriesce in prossimità della radice nervosa, e di conseguenza la comprime.

Una compressione di questo tipo può dare origine a vari sintomi tra i quali:

  • dolore: può essere locale e nei casi più gravi si può irradiare. Nelle ernie delle vertebre lombari il dolore può scendere fino alle dita del piede;
  • formicolio: anche in questo caso il formicolio può irradiarsi lungo il territorio innervato dalla radice nervosa compressa;
  • perdita di forza e sensibilità, assenza di riflessi e dolore continuo (che si scatena anche da un aumento della pressione addominale, tipo colpo di tosse): condizioni che compaiono nella fase più avanzata e che necessitano di approfondimenti diagnostici.
Fattori di rischio dell'ernia

Classificazione delle ernie

Classificazione delle ernie

Una classificazione delle ernie si può fare in base a vari criteri:

  • in rapporto alla posizione di fuoriuscita dell’ernia (ernia mediana, paramediana, laterale, intraforaminale o extraforaminale);
  • in rapporto al grado di fuoriuscita del nucleo (contenuta, protrusa, espulsa o migrata);
  • in base al tempo di comparsa dell’ernia.

In caso di ernia…

…che fare?

  • nella fase acuta bisogna far sì che il dolore diminuisca con una eventuale cura farmacologica su consiglio medico;
  • indagare la causa con eventuale indagini strumentali (tipo Risonanza magnetica, elettromiografia, TAC);
  • una volta scongiurato l’intervento chirurgico è necessario intraprendere il percorso terapeutico più idoneo;
  • non far diventare il dolore cronico, altrimenti accompagnerà spesso la persona nella vita quotidiana, creando non pochi disagi.

 

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Esercizi per il mal di schiena

Esercizi per il mal di schiena

Tanti e diversi tipi di esercizi hanno un effetto positivo sul mal di schiena, anche se sono molte le strutture che possono produrre i sintomi vista la complessità dell’anatomia della colonna lombare.

La ricerca medico-scientifica studia costantemente il problema, evidenziando che non ci sono esercizi "migliori" che riducano il mal di schiena: è sufficiente il movimento in generale (anche la semplice camminata) per migliorare il dolore cronico.

Posizione base degli esercizi per il mal di schiena

Gli esercizi proposti

Nel precedente articolo abbiamo parlato del mal di schiena e dei suoi fattori di rischio. In questo articolo ti propongo alcuni esercizi che possono fare tutti (anziani e non) anche a casa (su un tappetino adeguato).

Ti consiglio di ripetere i movimenti almeno 2/3 volte alla settimana e di sospendere gli esercizi se sei in una fase acuta del mal di schiena o soffri di dolori molto forti.

Esercizio 1

Esercizio 1

Posizione supina. Flettere lentamente e completamente un arto inferiore e con l’aiuto delle mani avvicinarlo al petto, dalla posizione raggiunta eseguire una respirazione completa. Esercizio da ripetere 2 minuti per ogni gamba.

Esercizio 2

Esercizio 2

Posizione supina. Flettere un ginocchio portandolo al petto con l’aiuto della mano controlaterale. Contemporaneamente allungare il braccio omolaterale verso l’alto. Ripetere 2 minuti per ogni arto inferiore.

Esercizio 3

Esercizio 3

Posizione supina con gli arti inferiori piegati. Flettere lentamente le ginocchia al petto mantenendo la colonna ben appoggiata a terra. La flessione delle gambe va fatta nella fase espiratoria. Ripetere l’esercizio per 2 minuti.

Esercizio 4

Esercizio 4

Contrarre i muscoli glutei, ottenendo una rotazione in dietro del bacino: si alza leggermente la zona pubica, mentre si schiaccia a terra il tratto lombare della schiena. Successivamente inarcare leggermente il tratto lombare portando il bacino in antiversione.  Esercizio da ripetere per due minuti.

Esercizio 5

Esercizio 5

Mantenere la posizione come nella foto con il sedere ben poggiato per 5 minuti (se il sedere si alza allontanarsi dal muro e flettere leggermente le ginocchia). Dalla posizione indicata cercare di fare una respirazione diaframmatica per 5 minuti.

Esercizio 6

Esercizio 6

Posizione quadrupedica. Indietreggiando un pò con il sedere, allungare completamente la colonna e le braccia sul prolungamento della stessa. Mantenere la posizione di allungamento per 20 secondi e ripetere l’esercizio per 4 minuti totali.

Esercizio 7

Esercizio 7

Schiena appoggiata ad un muro con il bacino ben aderente, gambe flesse e cosce aperte in fuori (i piedi sono uniti appoggiando le piante tra loro). Mani appoggiate sule ginocchia. Aprire le cosce all’esterno aiutandosi con una leggera pressione delle mani e mantenere per 30 secondi, possibilmente durante la fase espiratoria. Durata totale esercizio: 4 minuti.

Esercizio 8

Esercizio 8

Schiena appoggiata al muro. Una gamba estesa con piede a martello, l’altra flessa e aperta leggermente in fuori.  Portare la punta del piede a martello della gamba flessa durante la fase espiratoria. Ripetere 20 volte e poi cambiare gamba. Durata totale esercizio: 4 minuti

Mal di schiena e assenza dal lavoro

Il mal di schiena (lombalgia) è un disturbo frequente in età adulta, con massima incidenza tra i 40 e i 50 anni di età, ed è tra le più frequenti cause di assenza dal lavoro.

Mal di schiena

Il 25% dei lavoratori europei soffre di mal di schiena secondo i dati ESAW 2005 (European Statistics on Accident at Work). In Italia quasi un lavoratore su due resta a casa dal lavoro soprattutto per disturbi muscolo scheletrici: questi ultimi, infatti, sono causa del 49,9% delle assenze sul lavoro e del 60% di incapacità permanente al lavoro (1°rapporto dell’AMNIL 2013).

Negli Stati Uniti si calcola un costo annuale per le assenze dal lavoro pari a 38-50 miliardi di dollari. Sempre negli USA, si contano 28,6 giorni di assenza ogni 100 lavoratori, nel Regno Unito 32,6, in Svezia 36. (Fonte IL SOLE 24 ORE).

Quali sono i fattori di rischio?

L’Agenzia europea per la salute e sicurezza sul lavoro considera da un lato i fattori di rischio fisico (sollevamento carichi, posizioni ergonomiche incongrue, movimenti altamente ripetitivi, lavorazioni manuali con carichi pesanti…), dall’altro i fattori di rischio ambientale ed organizzativo (ritmi di lavoro, attività ripetitive, orari di lavoro, retribuzione, attività monotona, fatica, microclima ambientale, percezione dell’organizzazione di lavoro, fattori psicosociali presenti sul lavoro).

L’OMS (Organizzazzione mondiale della sanità) definisce il mal di schiena come “una malattia ad eziogenesi multifattoriale”, ossia derivante dall’interazione di fattori individuali, fisici, psicosociali e fattori correlati all’ambiente lavorativo.

World Health Organization

Le cause più comuni del mal di schiena

Tra le cause più comuni il sistema muscolo-scheletrico (muscoli, dischi intervertebrali, ecc…) può essere considerato il maggior responsabile,  a volte ci possono essere presenti delle cause viscerali che irradiano il dolore alla schiena (reni, colon,utero, ecc…) oppure nella peggiore dei casi ci possono essere motivi neoplasici.

Ci sono diversi tipi con caratteristiche differenti di dolore alla lombare. Una prima distinzione va fatta se è un dolore acuto oppure cronico.

Una volta il dolore cronico veniva classificato come un dolore che durava per più di 6 mesi; ad oggi si considera cronico, un dolore che dura più del tempo previsto, compromettendo la vita sociale e la personalità del paziente.

Invece, nelle fasi più acute invece, l’aiuto del medico, del fisioterapista o dell’ osteopata, può aiutare il paziente ad alleviare i sintomi.

Migliorare il fastidio

È nel periodo di transizione (ossia quando è passata la fase acuta e il dolore non c’è ma potrebbe tornare o cronicizzarsi) che è molto importante la prevenzione. Anche in questo caso l’aiuto del fisioterapista e dell’osteopata diventa di rilevanza fondamentale.

E’ dimostrato da numerose ricerche scientifiche che per migliorare il fastidio/ dolore nelle fasi croniche bisogna fare del “MOVIMENTO”  con una certa frequenza.

Nei prossimi articoli vi verranno spiegate le cause maggiori di mal di schiena e degli esercizi che possono migliorare questo fastidio.