Distorsione alla caviglia: che fare?
Le distorsioni di caviglia (o storte) sono spesso associate a lesioni del piede e nelle diverse casistiche dal 2% al 5% degli accessi in Pronto Soccorso è dovuto ad un trauma in questa zona.
La distorsione è un trauma che colpisce prevalentemente l’articolazione tibio tarsica, dovuta ad un movimento che va oltre il limite fisiologico comportando uno stiramento del complesso legamentoso, capsulare e muscolo-tendineo.

Può interessare la parte esterna del piede (la più frequente) o la parte interna e possono essere classificate a seconda del trauma in:
- 1° grado: le più lievi. C’è uno stiramento dell’apparato legamentoso senza lesioni con lieve edema e causa instabilità.
- 2° grado: c’è una rottura parziale delle strutture legamentose con presenza di tumefazione ed ematoma intorno alla zona malleolare. Vi è dolenzia di media entità e instabilità modesta con lieve limitazione funzionale.
- 3° grado: c’è una instabilità severa con una rottura completa dei legamenti e con edema massivo e importante ematoma. Vi è una seria limitazione funzionale.
Che fare in caso di distorsione?
La prima cosa da fare in caso di distorsione severa è andare al pronto soccorso per fare una RX di controllo, perché le distorsioni gravi spesso nascondono una frattura di uno o più malleoli, o del 5°metatarso.
Una volta scongiurata la frattura ossea, è necessario tenere l’arto a riposo ed eventualmente bloccarlo con un bendaggio od un gambaletto.

Nella prima fase della distorsione, prima ancora di verificare se c’è o no una frattura, la persona deve:
- Mettere a riposo la zona, non caricandoci sopra, utilizzando anche delle stampelle per camminare;
- Mettere del ghiaccio per anestetizzare la zona dolente e per non farla gonfiare troppo.
- Alzare la gamba nella posizione sdraiata, in modo da poter aiutare il drenaggio dell’edema.
- Utilizzare una fasciatura od un gambaletto per non muovere troppo il piede.
Una volta scongiurata la frattura, si può indagare se la componente legamentosa si è lesionata oppure no, facendo una ecografia o una risonanza magnetica (aspettando però che il piede non presenti più edema).
Che tipo di terapie sono necessarie?
A seconda della gravità, una storta può essere trattata nei primi giorni dall’accaduto oppure bisogna aspettare che il periodo di immobilizzazione (da una a tre settimane) finisca.

Inizialmente l’approccio terapeutico è mirato a drenare l’edema o ematoma e a diminuire il dolore utilizzando sia la terapia farmacologica, sia la terapia manuale, sia la terapia fisica (tecar, laser, ultrasuono, ecc..). Quale terapia utilizzare delle tre è a discrezione del medico e su consiglio del terapista, a seconda del caso clinico.
Una volta che il gonfiore e il dolore sono diminuiti si può iniziare un percorso terapeutico che prevede:
- il recupero dell’articolarità (tramite la terapia manuale, esercizi attivi e passivi);
- il recupero della stabilità della caviglia (tramite esercizi propriocettivi, esercizi funzionali, ecc…).
Tempi di recupero e consigli
Come già detto sopra le distorsioni possono essere suddivise in tre tipi a seconda della gravità.
A seconda del tipo di storta la guarigione può avvenire da pochi giorni a 10 giorni (per quelle di primo grado), fino ad impiegarci anche 40 giorni per quelle di terzo grado.
Se nelle distorsioni di terzo grado è necessario l’intervento chirurgico, i tempi possono allungarsi fino ad arrivare anche a 3/4 mesi.

Un consiglio utile per chi ha subito una distorsione: la prima storta “seria” va curata e trattata con tutte le terapie del caso, perché il rischio recidive è molto frequente, soprattutto per chi fa sport.
Un altro consiglio, soprattutto per gli sportivi che spesso hanno distorsioni, è l’utilizzo di bendaggi o di cavigliere prima dell’attività fisica, in modo da limitare un ulteriore stress della struttura capsulo-legamentose.
Nei prossimi articoli verranno spiegati ed illustrati alcuni esercizi propriocettivi e funzionali per stabilizzare l’articolazione della caviglia in modo da ridurre il rischio di nuovi infortuni.