Il dolore cervicale (cervicalgia)

La CERVICALE non è una patologia, è una zona anatomica del collo composta da 7 vertebre. Spesso questo termine è indicato per esprimere il dolore cervicale (o cervicalgia) che è una patologia che colpisce 15 milioni di italiani, sia uomini che donne (FONTE: “Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia”).

È un dolore localizzato dietro al collo, alla nuca e a volte può irradiarsi fino alle spalle, alle braccia e alla testa.

dolore cervicale nella colonna

Che sintomi può dare?

Il sintomo più importante è il DOLORE, che può essere scatenato dal movimento oppure no. A secondo della causa scatenante, il dolore può essere di varia natura.

Ad esempio un dolore causato dall’artrosi cervicale sarà più mattutino e migliorerà col movimento, a differenza di un dolore scatenato da un’ernia che sarà più trafittivo e irradiato.

Solitamente il dolore cervicale va a cambiare l’assetto posturale della persona, ciò può portare ad un IRRIGIDIMENTO DEI MUSCOLI del collo e della colonna, che a loro volta provocheranno dolore e POCA MOBILITÀ articolare.

Un altro sintomo molto comune nelle affezioni del tratto cervicale possono essere le VERTIGINI oppure i MAL DI TESTA; dovuti anche essi a più cause (come ad esempio una stimolazione continua di alcuni rami nervosi che fuoriescono dalle vertebre cervicali oppure una compressione di piccoli vasi sanguigni che dalla cervicale risalgono fino a dentro il cranio).

Un altro sintomo associato spesso a cervicalgia è L’IRRADIAZIONE DEL DOLORE, o della scossa elettrica, o del formicolio sull’arto superiore. In questo caso saremo però di fronte ad una cervicobrachialgia.

Quali sono le cause del dolore cervicale?

ernia spinale

Le cause sono multifattoriali e generalmente sono dovute a:

  • Artrosi, che nel tempo fa degenerare lo spazio articolare fra le vertebre e a sua volta come conseguenza può coinvolgere strutture legamentose e muscolari che possono infiammarsi.
  • Poca attività fisica e cattiva postura (che portano facilmente ad una verticalizzazione del tratto cervicale e di conseguenza una biomeccanica alterata di questa zona anatomica);
  • Stress muscolari e stress emotivi (un lavoro eccessivo dei muscoli localizzati nella zona cervicale o una tensione emotiva possono irrigidire le strutture miotendinee creando delle contratture);
  • Alterazioni dei dischi e del canale vertebrale (come stenosi, protusioni o ernie, che a loro volta possono avere un’origine degenerativa oppure traumatica);
  • Mal occlusioni o problemi dentali (che creano un cattivo rapporto fra i denti, la mascella e la mandibola, e di conseguenza sui muscoli e legamenti che da qui originano e si inseriscono sulle vertebre cervicali);
  • Colpi di fusta o traumi importanti recenti o passati;
  • Tumori al collo o alla testa;
  • Lesioni ossee.

Che fare?

terapia manuale per il dolore cervicale

La cosa più importante è stabilire la causa del dolore.

Dopo un’accurata anamnesi e dopo aver valutato la necessità o no di eventuali immagini diagnostiche (Rx o Risonanza magnetica, ecc..), il medico/ fisioterapista/ osteopata stabilisce quale sia la soluzione migliore ed eventualmente indirizzare la persona ad un ulteriore approfondimento diagnostico.

In linea di massima la strada da seguire (oltre a quella FARMACOLOGICA che riduce i sintomi iniziali ma non li risolve), è quella di intraprendere una terapia manuale con eventualmente dei mezzi fisici. Inoltre di grande aiuto sono degli esercizi specifici da far eseguire per migliorare la mobilità e la situazione muscolare.

Fra i CONSIGLI che si possono dare, innanzitutto quelli legati alla postura:

  • non restare per troppo tempo con il collo rigido ma muoverlo ogni tanto, (soprattutto chi svolge un’attività impiegatizia davanti al computer oppure per chi passa molte ore col telefonino in mano).
  • Dormire con un cuscino adatto alla forma anatomica del collo
una corretta postura notturla per il dolore cervicale
  • Correggere la testa e tutta la colonna nella giusta posizione quando si è davanti al computer
una corretta postura a lavoro per la cervicalgia

Inoltre (come già detto sopra), il consiglio che aiuta molto in caso di cervicalgia è l’esercizio attivo che va programmato e pianificato col proprio osteopata / fisioterapista. Solitamente non dà un benessere immediato ma a lungo termine, e se eseguito con quotidianità allevia molto i sintomi dolorosi e aumenta la mobilità del rachide cervicale.

Metatarsalgia / Neuroma di Morton

Il Neuroma di Morton, chiamato anche sindrome di Civinini – Morton, è una sofferenza del nervo digitale comune del piede; ed è una causa di METATARSALGIA.

È più frequente tra i 30 e i 50 anni e nel sesso femminile ed è caratterizzata da sintomatologia dolorosa a livello dello spazio intermetatarsale e fra le dita corrispondenti.

La localizzazione più frequente è a carico del 3° spazio, più raramente a carico del 2° e 4° spazio.

Tale metatarsalgia viene considerata una vera e propria sindrome canalicolare dei rami digitali plantari all’interno del “tunnel intermetatarsale”.

Infatti il nervo digitale plantare comune, con il suo fascio vascolare, decorre in uno spazio delimitato in alto dal legamento intermetatarsale ed ai lati dalle teste metatarsali e dai tendini flessori con le loro guaine. Questo spazio è inestensibile e soggetto a continui microtraumatismi durante la fase di appoggio dell’avampiede.

Da tali premesse anatomiche può in determinati casi svilupparsi un processo irritativo a carico del nervo, con formazione di uno pseudoneuroma: non è un vero neurinoma, ma piuttosto un processo flogistico degenerativo caratterizzato da fibrosi peri ed endoneurale.

Clinicamente tale sindrome è caratterizzata da:

  • dolore localizzato a livello dello spazio intermetatarsale, talora con sensazione di scossa elettrica che può irradiarsi fino alle dita. Il dolore si accentua in stazione eretta ed alla deambulazione, mentre tende a risolversi con il riposo. Il paziente può essere spinto a togliersi le scarpe od a massaggiarsi il piede.
  • dolore alla digitopressione plantare a livello dello spazio intermetatarsale irradiato alle dita corrispondenti (segno del campanello).
  • dolore alla compressione latero-laterale delle teste metatarsali (test di Morton +++).
  • Dolore vivo alla flessione dorsale del dito corrispondente alla sede del neuroma (segno di Lasègue del dito).
  • Poca o alterata sensibilità nello spazio intermetatarsale e della superficie plantare delle dita corrispondenti a tale spazio.

Quali sono le cause più comuni?

Spesso il neuroma di Morton si sviluppa in presenza di alterazioni della biomeccanica del piede che possono essere causate da:

  • piede cavo e/o piatto, alluce valgo; alluce rigido; dita a martello;
  • utilizzo di calzature incongrue (soprattutto quelle strette in punta);
  • traumi ripetuti.

La diagnosi viene confermata (oltre che dai sintomi e i test sopra descritti) anche dall’ecografia, ed eventualmente dalla RNM.

Che fare?

Il trattamento del neuroma di Morton può essere di due tipologie a seconda della gravità clinica: conservativo o chirurgico.

Per terapia conservativa si intende una terapia antinfiammatoria di tipo farmacologica o strumentale (come tecar, laser ed ultrasuoni), oppure anche di tipo infiltrativo.

Tra i consigli che si possono dare al paziente: innanzitutto utilizzare un tipo di calzatura adatta al piede (soprattutto comode, morbide e a pianta larga); non caricare troppo il piede dolente e quando si ha tempo mettere del ghiaccio sulla zona più volte al giorno.

Una volta passata la fase acuta infiammatoria è opportuno ridare un riequilibrio articolare e muscolare a tutto il piede e all’arto inferiore; in quanto l’errato appoggio del piede in questa fase avrà alterato lo schema di base e del passo.

Utile quindi un consulto dal fisioterapista o dall’osteopata che a sua volta, dopo il trattamento, può consigliare o no l’utilizzo di plantari che a volte possono aiutare a non far tornare di nuovo il problema.

Nel caso di insuccesso del trattamento conservativo o di quadri clinici gravi, potrebbe essere necessario ricorrere al trattamento chirurgico di rimozione del neuroma, un intervento mininvasivo ed eseguito in anestesia locale. Esso consiste nell’asportazione di parte del nervo interessato dalla fibrotizzazione, oppure nella liberazione dello stesso, creando più spazio attorno al nervo e riducendone la compressione.