10 falsi miti sul mal di schiena

L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’ (OMS) riporta il mal di schiena come causa principale di disabilità in tutto il mondo. Essa colpisce almeno una volta nella vita circa il 70-85% della popolazione mondiale ed è una delle principali cause di assenza sul lavoro.

L’argomento mal di schiena è stato già affrontato in due articoli precedenti:

Essendo una problematica molto comune, spesso vengono dette cose inesatte e in questo articolo andrò a sfatare alcune convinzioni riguardanti le cause di questo fastidio.

1. HO UN ’ERNIA ED È LA CAUSA DEL MIO DOLORE FALSO

Spesso molte persone che hanno un’ernia sono anche asintomatiche. Circa il 90% delle persone non ha dolore o la causa del dolore o non è da attribuire all’ernia stessa e nel 60 % dei casi circa regrediscono spontaneamente.

2. MI FA MALE LA SCHIENA PERCHE’ HO LE VERTEBRE SCHIACCIATE E NUMEROSE PROTUSIONI. FALSO

La natura del mal di schiena è multifattoriale. Possono esserci diversi distretti corporei (colonna, bacino, anche, ecc) coinvolti nell’insorgenza e nel protrarsi dei sintomi. Molte persone che eseguono una RX o una RM scoprono di avere degli schiacciamenti vertebrali o protusioni, ma sono da sempre asintomatici

3. IL RIPOSO FARA’ SICURAMNETE MEGLIO E FA PASSARE IL DOLORE. FALSO

Solitamente nei primi giorni, quando il dolore è acuto, il riposo è consigliabile e può non accentuare i sintomi.  Ma nei giorni successivi, rimanere troppo tempo a letto o sul divano può anche peggiorare la situazione. A volte bisogna muoversi quanto prima per sconfiggere questo fastidio.

4. BISOGNA FARE SUBITO UNA RISONANZA MAGNETICA PER CAPIRE E RISOLVERE IL PROBLEMA. FALSO

Il più delle volte non serve fare un esame diagnostico per immagini, ma questo deve essere consigliato dallo specialista. Non è detto che la risonanza magnetica sia l’indagine più adatta a capire la causa del problema.

 

5. IL MAL DI SCHIENA È COLLEGATO CON LA POSTURA SBAGLIATA. FALSO

Non esistono associazioni fra alterazioni posturali e asimmetrie (come scoliosi, iperlordosi e ipercifosi) e lo sviluppo del mal di schiena. Non esiste una postura ideale o una postura perfetta e il dolore non è associato a un determinato tipo di postura, ma a quanto tempo manteniamo quella determinata postura.

 

6. BISOGNA FAR PASSARE L’INFIAMMAZIONE PRIMA DI FARE LA TERAPIA. FALSO

Spesso far passare troppo tempo tra l’inizio del dolore e il trattamento può allungare la prognosi e quindi allungare anche i tempi del trattamento. In alcune condizioni prima ci si muove col terapeuta e prima si vede una soluzione al problema

 

7. SE IL DOLORE NON PASSA BISOGNA OPERARSI. FALSO

Solo una minima percentuale di persone con il mal di schiena avrà bisogno di ricorrere alla chirurgia, una volta fallite tutte le altre strategie conservative di trattamento, che prevedono la terapia farmacologica, la terapia manuale, la terapia fisica e l’esercizio attivo.

8. CORRERE E FARE SPORT IN GENERE FA MALE ALLA SCHIENA. FALSO

L’attività fisica migliora in alcuni casi il mal di schiena ed evita la sua cronicizzazione. Quale sport è meglio fare e come farlo è a discrezione del medico o del terapeuta che consiglierà quello più adatto al paziente.

 

9. NON SI PUO’ TORNARE A FARE QUELLO CHE SI FACEVA PRIMA. FALSO

Grazie ad una analisi e ad una correzione dei fattori che predispongono o influiscono sul mal di schiena, si limiterà il dolore ed è possibile ridurre il rischio di nuove ricadute, tornando anche alla normale routine di una volta.

 

10. SOLLEVARE PESI È MOLTO PERICOLOSO E FA USCIRE UN’ERNIA. FALSO

Non esiste nessuna evidenza che dimostri che sollevare dei pesi con la schiena dritta sia più sicuro che farlo con la schiena curva, ma il come sollevare un oggetto pesante è soggettivo.  Il suggerimento del proprio terapeuta che studia e valuta le caratteristiche fisiche del soggetto è molto di aiuto.

Osteoporosi e osteopenia: cosa sono e cosa fare!

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), definisce l’osteoporosi “una malattia scheletrica sistemica caratterizzata da bassa massa ossea e da alterazioni architetturali dell’osso, che portano a un aumentato rischio di fratture”.

L’osteopenia può considerarsi invece un’ anticamera dell’osteoporosi, una fase iniziale di questa; caratterizzata da dei valori della Densità minerale ossea (BMD) entro un certo intervallo che andremo a spiegare dopo.

osteoporosi

L’osteoporosi è una malattia caratterizzata da una riduzione della massa ossea e da un deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo, che induce un’aumentata fragilità ossea, con un conseguente aumento del rischio di frattura. (Fonte: Ministero della Salute).

E’ una patologia dovuta ad uno squilibrio del metabolismo osseo; è sistemica perché può coinvolgere tutte le ossa del corpo, anche se quelle che supportano di più sotto carico( come le vertebre e il femore) sono più a rischio di fratture.

Per bassa massa ossea significa che il contenuto di minerali dell’osso (essenzialmente sali di calcio) è significativamente minore del normale e a causa di ciò nel tempo ci possono essere dei rimodellamenti strutturali all’interno dell’osso (le trabecole ossee si assottigliano o si spezzano, con conseguente allargamento degli spazi intertrabecolari).

Diagnosi

La diagnosi di osteoporosi si basa sulla misurazione del contenuto minerale osseo (BMC) e della densità minerale ossea (BMD) e vengono evidenziati con il termine T-Score.

Si analizzano in particolare alcune ossa del corpo (di solito vertebre lombari o estremità prossimale del femore) e l’esame viene chiamato densitometria ossea o mineralometria ossea computerizzata (MOC).

 

I valori di T-Score indicano:

  • -1 -> soggetto normale
  • Fra -1 e -2,5 -> soggetto con osteopenia
  • Inferiore a -2,5 -> soggetto con osteoporosi.
  • Inferiore a -2,5 e presenza di una o più fratture -> soggetto con osteoporosi severa.
osteoporosi e osteopenia

Quali sintomi puo’ dare?

I sintomi dell’osteoporosi non risultano sempre di facile riconoscimento, anzi in fase iniziale viene definita una patologia asintomatica.

Il segnale che può indurre il medico a sospettare della sua presenza è rappresentato dal dolore osseo, che è spesso riferito all’anca o alla schiena e non compare al mattino nell’alzarsi dal letto (al contrario dell’artrosi), bensì dopo essere stati a lungo in piedi e annullandosi , rapidamente, una volta sdraiati.

Ma spesso questi “doloretti” vengono sottovalutati e pertanto, i pazienti possono non essere consapevoli della loro osteoporosi fino a quando non subiscono una frattura dolorosa.

Vi sono poi altri sintomi e segni clinici tipici (non esclusivi) dell’osteoporosi descritti in letteratura medica:

  • calcolosi renale,
  • ipercalcemia (alta concentrazione di Calcio nel sangue),
  • ipercifosi (quando l’angolo di curvatura del rachide dorsale supera i 35 gradi),
  • iperlordosi (accentuazione della curva del rachide lombare).
situazione normale e con osteoporosi

Causa e problemi associati all’osteoporosi

L’osteoporosi non è una patologia che ha una sola causa ma può essere determinata da:

  • qualunque cosa che possa alterare il delicato processo di crescita e, successivamente, di mantenimento dell’osso;
  • qualunque cosa che possa alterare la disponibilità dei minerali necessari (che provengono dagli alimenti e dalle bevande),
  • mancanza di attività fisica.

Molti fattori possono incidere sulle cause sopra descritte e portare ad un osteoporosi come succede nei casi di:

  • osteoporosi postmenopausale (causata essenzialmente dalla brusca caduta della produzione di ormoni sessuali femminili che normalmente mantengono il rimodellamento osseo in equilibrio)
  • l’osteoporosi senile ( dovuta dall’indebolimento di tutti i processi vitali inclusa la produzione di vitamina D e il ridotto assorbimento intestinale di calcio)

Ci possono essere osteoporosi secondarie ad altre patologie come l’ipertiroidismo, l’ iperparatiroidismo, l’insufficienza renale cronica, le malattie croniche intestinali ( come la celiachia e il morbo di Crohn).

Anche l’uso terapeutico a lungo termine di alcuni farmaci, come i corticosteroidi o l’eparina, possono provocare osteoporosi anche nei giovani.

Inoltre esistono anche altre forme di osteoporosi che sono determinate da anomalie genetiche dell’osso (osteogenesi imperfetta) o non hanno alcuna causa conosciuta (osteoporosi giovanile idiopatica).

Che fare?

Innanzitutto l’osteoporosi deve essere prevenuta.

Se la MOC evidenzia un inizio di osteopenia e dalle analisi del sangue risulta un valore basso di vitamina D; è necessario prevenire l’osteoporosi basando la cura su tre fattori chiave:

  1. adeguata assunzione di Calcio;
  2. facilitare il metabolismo della vitamina D;
  3. fare una regolare attività fisica.

Sull’assunzione di Calcio e come favorire il metabolismo della vitamina D sarebbe opportuno rivolgersi al proprio medico o allo specialista; per quanto riguarda l’attività fisica si può fare affidamento al proprio terapeuta o medico di fiducia che consiglierà quale sia la migliore in base anche alle altre problematiche relative al soggetto.