Fratture da stress
La frattura da stress (o da durata) è l’evento terminale di una più ampia condizione che viene denominata malattia da sovraccarico dell’osso.
Cause
Mentre le fratture tradizionali sono dovute a un urto violento che supera le resistenze meccaniche dell’osso, quelle da stress si manifestano a seguito di continue sollecitazioni sull’osso ed è tipica degli sportivi. Nella maggior parte dei casi questa tipologia di frattura si manifesta a seguito di sovraccarichi ripetuti nel tempo ma a volte possono essere determinate da fattori casuali.
Sollecitazioni ripetute vengono trasmesse ad una precisa zona dell’osso. In questa sede l’osso inizia a rimodellarsi in risposta agli stimoli ripetuti. Gli osteoclasti rimuovono le vecchie trabecole lasciando spazio alle trabecole di nuova formazione, non ancora calcificate.
Durante il rimodellamento l’osso è indebolito. Ripetute sollecitazioni inducono microfratture, con comparsa di dolore.
Zone piu colpite

Come diagnosticarla
L’episodio iniziale, detto reazione da sovraccarico, non è radiograficamente visibile ed è quindi assai difficile da diagnosticare. La reazione può evolvere verso una vera e propria frattura da stress, che al contrario è evidente sia clinicamente sia radiograficamente.
L’esame radiografico quindi non è di alcuna utilità nelle fasi iniziali, perché la rima di frattura non è visibile fino al momento nel quale si verifica la confluenza delle diverse microfratture.
La RMN, nelle fasi precoci della lesione dimostra una maggiore sensibilità, così come la TAC.


Che fare?
Sia che si riesca a diagnosticare la frattura da stress nella fase iniziale, sia nella fase avanzata, è consigliabile lo STOP dall’attività sportiva e dal sovraccarico funzionale.
Il riposo e, in alcuni casi, l’utilizzo del gesso servono a non stressare ulteriormente la zona.
La durata del periodo di relativo riposo è variabile, ma per la maggior parte delle fratture è compresa tra 4 e 12 settimane.
Tutto ciò che aumenta la micro e la macro circolazione, aiuta l’osso fratturato a velocizzare la guarigione e a biostimolare la formazione ossea. Le terapie che aiutano questo processo sono:
- terapie fisiche (ad esempio: magnetoterapia, ultrasuono a bassa frequenza, ecc…)
- terapie manuali
- terapie farmacologiche

E’ importante valutare anche l’assimilazione della vitamina D e la presenza di Calcio nelle ossa, che se carenti, diminuiscono i tempi di recupero.
Nei casi in cui i tempi di consolidamento della frattura si allungano, è necessario a volte l’intervento chirurgico. Inoltre, possono insorgere delle complicanze come la necrosi avascolare dell’osso, con un mancato consolidamento della frattura che porta in futuro ad una pseudoartrosi.